In 13 anni – 31% degli operatori, aumentati i volumi per i commercianti
Com'è cambiata la distribuzione italiana dell'acciaio inox negli ultimi 10 anni? A rispondere a questa domanda è l'ultima ricerca realizzata da Assofermet e Centro Inox a 13 anni di distanza dalla prima indagine di settore, cercando di fotografare un mercato molto articolato e profondamente mutato rispetto ad allora.
Dalla comparazione dei dati sono emerse infatti alcune trasformazioni profonde, a partire dal significativo calo degli operatori del 31% - di cui il 75% lavora al Nord -e da un volume annuo di prodotto che nel 70% dei casi non supera le 5.000 tonnellate. Segni della crisi dell'economia nostrana, oltre e ancor più del crescente peso dell'import asiatico che nell'arco di tempo preso in esame hanno determinato la riduzione delle marginalità e una crescente tendenza a ridurre gli stock.
Un dato positivo riguarda invece i volumi: complessivamente aumentati con 80 mila tonnellate in più rispetto a dieci anni fa, a registrare il maggior miglioramento degli scambi sono stati i centri integrati con le acciaierie, a fronte di una flessione dei commercianti indipendenti che ha toccato le 64 mila tonnellate. Invariato invece il mix percentuale tra lunghi e piani che vede i primi al 14% del totale, mentre i secondi assorbono il restante 86% del totale. L'indagine ha analizzato i trend per i settori di mercato: se edilizia ed elettrodomestici risultano i più penalizzati, c'è spazio di crescita per le nicchie come il farmaceutico e il trattamento delle acque. In generale Saranno favorite le aziende italiane trasformatrici in grado di fornire chiavi in mano prodotti finiti o semilavorati ad alto livello di specializzazione e quelle che finora hanno basato il loro trend positivo sull'export.
Credits: Siderweb